martedì 21 dicembre 2010

Spotlight Zoologia: Tardigrada


Come ho avuto occasione di accennare, la tassonomia moderna diventa sempre più complessa, il che non fa che rendere sempre più remote le possibilità che i villici (tutti voi) prima o poi acquistino una seppur minima base di questa scienza, almeno tanto da poter dire la differenza fra un bruco e un'anaconda. Anche quei pochi che hanno, per cultura generale, un minimo d'infarinatura, si fermano a divisioni grossolane tipo "vertebrati vs invertebrati" senza immaginare che in realtà i vertebrati sono solo la piccola parte di un piccolo phylum che svanisce in un mare di altri, più grossi e numerosi, da quelli familiari come gli Artropodi e i Molluschi a quelli pressocchè sconosciuti al grande pubblico, come i Tardigradi. Ma cosa sono, poi, i tardigradi? Piccoli esseri tozzi con otto corte zampette unghiate, e un corpo vagamente segmentato (sono un sister group degli Artropodi, infatti), che vivono un pò ovunque nel mondo, ma sono talmente piccoli da essere invisibili a occhio nudo e da poter "nuotare" in quel pò di umidità raccolta in muschi e licheni. Cos'hanno di così particolare? Sono poliestremofili: un estremofilo è un organismo che può sopravvivere a un certo tipo di condizioni estreme, quindi un poliestremofilo sarà un organismo in grado di resistere a MOLTI tipi di condizioni estreme. E in effetti i nostri tardigradi (per qualche oscuro motivo chiamati in inglese "water bears" anche se più che a un orso assomigliano a Jabba the Hutt) sono notevolmente cazzuti: possono sopravvivere a temperature elevatissime (151 gradi) o quasi nulle (-272), possono resistere per dieci anni in stato disidratato, possono sopportare una pressione di 1200 atmosfere e possono sopravvivere a una quantità di radiazioni più di 1000 volte superiore a quella che ucciderebbe un uomo. Lo stato di bassissimo metabolismo a cui devono i loro straordinari superpoteri si chiama criptobiosi, e ha permesso ad alcuni tardigradi di sopravvivere per ben dieci giorni nello spazio, dove con "nello spazio" non si intende dentro un'astronave, ma nello spazio aperto, senz'aria, cibo o acqua, con temperature gelide e piogge di radiazioni. In effetti ce n'è abbastanza per sospettare che ogni tardigrade sia in realtà un minuscolo frammento di Chuck Norris, se non fosse che Chuck Norris non si può spezzare.

Mai.

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