venerdì 12 novembre 2010

Il destino della specie umana


Ci sono due diffuse (specie fra la plebaglia non addetta) scuole di pensiero su quello che ci attende in futuro: secondo alcuni machisti trivellapozzi l'inquinamento e i cambiamenti climatici sono solo una montatura e il pianeta potrà sostentarci all'infinito, secondo altri hippies succhiatisane l'uomo sta distruggendo irreparabilmente tutto e presto l'intera vita sulla Terra sparirà a meno che non si faccia qualcosa. A mio modesto parere si sbagliano entrambi, e, dalla sommita della mia magnanima benevolenza, vi dirò anche il perchè. E' ingenuamente ottimistico pensare che la nostra specie si estinguerà (e dico "ottimistico" dal punto di vista del resto dell'ecosistema, a cui siamo solo di peso, e di alcuni ambientalisti esaltati, perchè di certo non sono favorevole, come umano, alla nostra estinzione), così come è vanagloriosamente arrogante pensare che noi possiamo, anche con tutti i nostri veleni e le nostre armi, cancellare del tutto la Vita, fenomeno che si è perpetuato ininterrottamente per 3,8 miliardi di anni fronteggiando innumerevoli eventi catastrofici e 5 grandi estinzioni di massa di cui l'ultima, neanche la più grave, ha visto i cieli stessi scatenare la loro furia sulla Terra, scagliando un asteroide di 11 kilometri di diametro nel golfo del Messico (quel posto deve proprio portar sfiga, visto l'odierna situazione) con la forza di dieci MILIARDI di bombe atomiche come quella che colpì Hiroshima. E' impensabile che l'uomo possa anche solo scalfire le popolazioni di batteri, alghe, protozoi, nematodi o anche artropodi e roditori terrestri, senza parlare delle creature marine che vivono in abissi così profondi da non poter essere raggiunti. Allo stesso tempo, l'effetto deleterio dell'attività umana sull'ambiente è innegabile, così come è innegabile che, crescendo la nostra biomassa, il problema delle risorse si farà sempre più grave. Cosa potrebbe succedere, se non si fa qualcosa? La stessa cosa che accade nella dinamica preda-predatore. Quando la biodiversità e l'ambiente saranno così impoveriti e devastati dal nostro operato da non poterci più sostenere, anche la specie umana comincerà a calare di numero. Ancora una volta ripeto che l'estinzione è improbabile, perchè siamo troppi e troppo adattabili e intelligenti (beh, alcuni di noi...), ma se i danni all'ambiente continueranno di questo passo, potremmo ritrovarci improvvisamente senza il terreno sotto i piedi, come un predatore troppo efficiente che ha ridotto troppo i numeri della sua preda, e la perdita di milioni o anche miliardi di vite umane è estremamente probabile. A quel punto, ridotti a relativamente pochi esemplari per centinaia o migliaia di anni, forse selezionati dalla natura per diventare più forti e resistenti, non saremo più in grado di danneggiare ciò che rimane dell'ecosistema, che potrà riprendersi, magari originando un mondo tutto nuovo, al pari di quello che è successo in seguito a ognuna delle cinque grandi estinzioni (non a caso molti ritengono che durante il nostro periodo, l'Antropocene, stia avvenendo la sesta grande estinzione di massa). Rinato l'ecosistema, i nuovi umani prospereranno di nuovo, pronti a ripetere il ciclo. E' una dinamica piuttosto comune in natura con le specie molto efficienti, ma avviene di solito in aree ristrette, e a prezzo di molte vite o di intere specie: noi abbiamo la possibilità, nel nostro stesso interesse, oltre che di tutte le altre specie, di guardare avanti ed evitare la mannaia.

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