giovedì 26 agosto 2010

Un dipinto di Leonardo vale meno di uno scarafaggio?


La domanda potrebbe essere meno stupida di quanto appaia. Bisogna semplicemente confrontare i valori di un'opera d'arte con quelli di una specie vivente. L'opera d'arte ha 2 valori principali:

1) Il valore estetico, che è quello fondamentale, in quanto lo scopo primario dell'arte è la bellezza;
2) il valore didattico, a sua volta divisibile in 2 sottosezioni: in primo luogo ogni opera dà informazioni sulla storia e lo sviluppo dell'arte e sul contesto storico in cui è stata creata, in secondo luogo alcune opere possono volutamente contenere messaggi filosofici/politici/sociali/estetici lasciati dall'artista che vuole educare il pubblico.

Questi due valori sono condivisi da tutti gli esseri viventi:

1) Ogni vivente ha valore estetico, persino (anzi, di solito soprattutto) gli esseri spesso considerati disgustosi: la gente non ha idea della bellezza mozzafiato di un insetto solo perchè non lo guarda abbastanza a lungo prima di calpestarlo.
2) Ogni vivente insegna agli scienziati nozioni di botanica, zoologia, microbiologia, fisiologia, ecologia ed evoluzione. Ovviamente nessun vivente ha un "messaggio" lasciato dall'artista, a meno che voi non siate quei trogloditi dei creazionisti.

A questi se ne aggiungono però altri 3:

3) Uso pratico: l'uomo non fa più uso della raccolta, secondo voi? E il tonno che vi sbafate da dove viene, da un allevamento? Piccolo indizio: la popolazione dei tonni si è ridotta del 90% nell'ultimo secolo, e continua a calare. Molte specie selvatiche hanno utilizzo pratico anche importante (specialmente quelle marine), e vanno protette. Il leggendario entomologo (so che quest'associazione di parole potrebbe scioccarvi, sempre che voi beduini sappiate cos'è un entomologo) Edward O. Wilson inoltre suggerisce che i redditi ricavati dalle foreste pluviali potrebbero accrescersi enormemente se invece di abbatterle per ottenere il legno (arrecando danni incalcolabili e irreparabili all’ecosistema) si procedesse alla vendita della frutta spontanea, degli olii e di alcuni animali commestibili in esse originati, beni che vengono prodotti in continuazione a costo zero.
4) Banca genetica: ancora più importante. Ogni specie è il suo DNA, e la ricerca si è appena affacciata sul mondo della ricombinazione genetica: le creature selvatiche hanno geni che permettono loro di produrre sostanze utili o di sopravvivere nelle condizioni più estreme, geni che potrebbero venir inseriti nel DNA di specie diverse per moltiplicarne o modificarne gli effetti. L’importanza che le creature più bizzarre ed esotiche hanno per le biotecnologie mediche, alimentari, industriali è enorme, e ancora praticamente inesplorata.
5) Ruolo ecologico: il più importante di tutti. Ogni specie ha una parte nell’ecosistema, e le conseguenze di un’estinzione sono spesso imprevedibili: la scomparsa di alcune creature può non avere quasi nessun peso, più spesso provoca modificazioni a volte drammatiche nell’intero habitat circostante, e vi sono infine alcune specie così importanti la cui scomparsa può portare alla distruzione totale di tutto l’ecosistema in cui vivono (e sì, di solito si tratta di quelle creature considerate ripugnanti o insignificanti). Anche noi facciamo parte dell’ecosistema, respiriamo ossigeno generato dalle piante, mangiamo vegetali e animali, e dipendiamo da esso.

Tirate voi le somme.

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